“Io ci sono affezionato a questo rullo di asfalto perché quando vedo le luci del casello d’ingresso, (…) insomma quando le guardo mi succede una gran bella cosa, cioè non mi sento prigioniero di casa mia italiana, che odio, sì odio alla follia tanto che quando avrò tempo e soldi me ne andrò…” (“Autobahn” di Pier Vittorio Tondelli)
“Autobahn” è l’ultimo dei sei racconti di “Altri Libertini”.
Perché Pier Vittorio Tondelli?
Di “Altri Libertini”, t’innamori subito, alla prima lettura. Ti conquista per lo stile dirompente, sfacciato, diretto, quasi scioccante. Pier Vittorio Tondelli desiderava trasmettere il “sound” del linguaggio e per raggiungere questo risultato fece un’approfondita ricerca stilistica e formale. Il libro finì sotto processo per oscenità ma fu assolto con formula piena, divenne un successo e fu riconosciuto come un capolavoro artistico.
Tondelli autore “urticante”, con una vita troppo breve (morì a 36 anni), Tondelli che, nonostante la collocazione dei suoi scritti in un preciso periodo storico (la generazione anti-ideologica degli anni ’80), ancora oggi dice qualcosa che vale la pena ascoltare.
Nell’Italia dei primi anni ’80, il protagonista è un giovane poco più che ventenne che vive una profonda inquietudine esistenziale, data dai limiti geografici e culturali del piccolo paese della provincia emiliana dove abita e si sente prigioniero. Per liberarsene, si mette in viaggio sull’A22, l’autostrada che da Carpi porta fino al Brennero e, potenzialmente, fino al Mare del Nord, con lo stimolo ed il pretesto di inseguire l’odore di quel mare, l’odore di “libertà”.
È la storia di un’evasione, o tentata tale. Forse è un viaggio onirico.
È un’invettiva? Sono passati 40 anni da quando Tondelli lo scrisse: cosa è cambiato, in noi, nel mondo che ci circonda e talvolta ci imprigiona?
Cosa significa, oggi, “Autobahn”? Cosa ci spinge a fare? Abbiamo il coraggio di rimetterci in viaggio? Abbiamo ancora la forza di correre dietro al nostro odore?
“Sono sulla strada amico, son partito, ho il mio odore a litri nei polmoni, ho fra i denti la salsedine aaaghhh e in testa libertà!”